Ho esplorato Borgo Roma alla ricerca di un genius loci, ma percorrendo i suoi luoghi ricchi di una
Storia fattasi quasi invisibile e ora popolati da 25000 storie individuali, percepivo un crescente senso di
smarrimento.
Non avevo previsto di incontrare la gente, tanto mi sembrava lontana. Procedevo quindi nel mio modo
solipsistico, ma poi alcune persone mi hanno avvicinato offrendomi spontaneamente ricordi e stralci
della loro vita, e mi è sembrato che il loro fosse un bisogno, quello di testimoniare presenza.
Sono rimasto affascinato da quei racconti: ne traspariva tutto il senso del loro vissuto e l’amore che
si era necessariamente sedimentato in quei luoghi, ma anche il senso di spaesamento di fronte a un
paesaggio dove non riuscivano più a riconoscersi. Così ho pensato ad immagini come finestre, varchi
percorribili in due direzioni: verso la memoria e verso un altrove in via di “riqualificazione”